Di colloquiare con Marcoz ed ho scoperto che non gli piace parlare di cazzeggio quando si tratta di lavoro.
Tipico comportamento da filisteo piccolo-borghese.
32 pensieri riguardo “Ho avuto il piacere”
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Sottoscritto
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Jazztrain1's Blog 
Cazzeggiare quando si parla di lavoro è, invece, cosa apprezzabile.
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Concordo al 100%, peccato che l’abbia detto uno che dice di essere un campione d’ironia e/o di autoironia.
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Contesta l’incoerenza?
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No, ne prendo atto.
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Mi tocca chiedere quali sono state le mie esatte parole che hanno dato ad intendere quanto espresso nel post, visto che io non ho mai affermato una cosa del genere.
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Ah, e non mi pare nemmeno di aver mai dichiarato di “essere un campione d’ironia e/o di autoironia”.
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Non vorrà mica negare anche d’essere filisteo e piccolo borghese?
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No, non ne vedo la necessità.
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Ho capito, riportare la frase incriminata tocca al sottoscritto:
«Nel caso che questa conversazione [lo scambio di mail, ndr] proseguisse (anche se nn [è un errore di battitura, ndr] ne vedo la ragione), gradirei che si utilizzasse questo indirizzo: OMISSIS@gmail.com
Vorrei tenere separate le comunicazioni di lavoro dal cazzeggio.»
È evidente che Jazztrain ha dichiarato cose non vere.
Esigo dunque una pubblica rettifica: io sul cazzeggio non scherzo.
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Bisognerebbe pubblicare tutto, ma farei nome e cognome di un tizio che per di rimanere anonimo sarebbe disposto a prenderla in quel posto.
P.S. Niente omissis, solo la nuda verità; qui non ho detto molte cose per rispetto della privacy di Marcoz e di quel fetente che fa il bulletto da quattro soldi in internet.
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Il punto riguarda il falso contenuto del post, che deve essere rettificato.
Quando si tratta di cazzeggio, divento serissimo.
Poi, del resto mi importa poco (anzi, è ancora valida l’offerta di girarti la foto di Erasmo a titolo… promozionale), e comunque non ho nulla in contrario alla pubblicazione del c.d. colloquio, fermo restando che alcune informazioni che mi riguardano vanno oscurate (l’omissis che ho messo io è per evitare che gli spider si accaniscano ancor di più sulla mia casella di posta elettronica di servizio).
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Per quale motivo avrei dovuto cambiare su tuo invito l’indirizzo della tua email? E’ evidente che non volevi che si cazzeggiasse nell’indirizzo dove ti ho scritto.
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La frase «Vorrei tenere separate le comunicazioni di lavoro dal cazzeggio.» ha a che fare esclusivamente con lo smistamento automatico della corrispondenza in ingresso (ricevo svariate mail ogni giorno), in modo che questa sia allocata e archiviata separatamente, a seconda che si tratti di lavoro oppure di argomenti vari e/o di cazzeggio. Per questo ho chiesto cortesemente di usare un altro indirizzo.
Cosa c’entra tutto ciò con la disponibilità o la riluttanza a far coincidere temporalmente – nei modi opportuni, ovviamente – lavoro e cazzeggio?
L’omino del cervello deve aver suggerito male, evidentemente, ma io non ho certo affermato che la falsità del post sia risultato di un’azione dolosa, quando ho avanzato la richiesta di rettifica.
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Come faccio a sapere tutto ciò se tu non me lo dici? Dai per scontato che io sia a conoscenza di quello che fai.
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L’ignoranza sul mio sistema di organizzazione è irrilevante.
Partendo dalla frase (che copincollo ancora) «Vorrei tenere separate le comunicazioni di lavoro dal cazzeggio.», è possibile dedurre ciò che è scritto nel post solo se nel farlo ci si mette molta fantasia.
Non c’è nulla nelle mie parole che suggerisca la volontà di separare nettamente l’esercizio del lavoro da quello del cazzeggio.
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Per te è irrilevante, per me non lo è, questioni di punti di vista.
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Avere un punto di vista non significa essere autorizzati ad attribuire alle parole altrui il primo significato che ci passa per la mente.
Rettificare, please.
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Non è colpa mia se ti sei espresso in maniera ambigua, è ovvio che ognuno è libero d’interpretare come vuole.
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Non c’è alcuna ambiguità. Se non è così, mi si dimostri il contrario. Altrimenti, rettifica.
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Ed io ti rispondo di no. Non rettifico un bel niente.
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Non importa, ormai ho materiale a sufficienza. Grazie.
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E chi se ne frega.
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L’unica cosa che si può fare in certi casi, cioè quando non c’è possibile rimedio, è proprio questa: fregarsene.
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Bravo.
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Stavolta sono stato di certo ambiguo, e volutamente: l’impossibilità di porre rimedio non era riferita alla mia richiesta di rettifica.
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Marcoz, se vuoi farmi un dispetto, fallo pure, ma non c’è bisogno che tu venga qui ad annoiarmi con le tue puerili pretese. In questo momento ho cose più importanti da fare che discutere di stupidaggini con te.
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Puerile è il post (nel senso che è all’altezza delle capacità di elaborazione di un bambino di otto anni).
Ma, soprattutto, riguarda me. Quindi mi sento autorizzato a venire qui a fare tutte le obiezioni del caso.
“In questo momento ho cose più importanti da fare che discutere di stupidaggini con te.”
Sicuro, correggere compiti in classe, magari.
Ah, le persone che non amano cazzeggiare durante le attività lavorative, che tristezza!
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Uno come te dovrebbe riderci su, non dovrebbe scatenare una sceneggiata alla Mario Merola.
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Come parlare al vento: ho detto più volte che sul cazzeggio sono molto serio. C’è chi ha Dio, chi la Patria. Io ho il cazzeggio.
E poi non ho mica detto che il post non faccia ridere. Cacchio se fa ridere. Non nel modo in cui l’autore immaginava quando l’ha scritto, ma lo fa eccome.
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Ed io non prendo mai sul serio il cazzeggio, come si fa a prendere sul serio qualcuno che cazzeggia sempre? E’ come se credessi ad uno che dice sempre di mentire.
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E chi sarebbe il tale che cazzeggia sempre?
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