La vendetta è un piatto che si serve freddo

Le ultime pubbliche sfanculate tra teddy e Parsifal sono state talmente plateali che hanno costretto il povero “coach” Erasmo ad intervenire: “Non vorrei esser importuno, ma vorrei farvi presente che state litigando sul concetto di progresso. E no digo altro, che è la chiusa usuale del sig.Sagredo, citato soprattutto avendo in vista l’origine dello pseudonimo..”

Triste destino quello del coach Erasmo, un troll che vive per scatenare polemiche, costretto a sedare i due  per impedire che la lite tra compari di merende degeneri pubblicamente.

Ammettiamolo, teddy che dà dello stupido per ben due volte a Parsifal e Parsifal che gli  risponde ammonendolo di non fare l’offeso, è una scenetta divertente, che smentisce per l’ennesima volta la presunta pubblica amicizia tra i due e che evidenzia la lunga crisi esistente all’interno del branco (crisi intuita da tempo immemore, per quanto  abilmente nascosta dal signor Eramo, prima o poi sarebbe riesplosa; infatti è una fatica paragonabile a quella di Sisifo quella di Erasmo il tentare di nascondere la polvere sotto il tappeto perché si sa, per quanto si nasconda la polvere riemerge sempre).

Ed è patetico il tentativo di Erasmo di richiedere una pace che somiglia tanto ad un instabile armistizio armato: non s’illuda signor Erasmo, prima o poi tra i due la crisi riesploderà ancor più violenta di prima e arriverà ad un punto tale che sarà quasi impossibile rimediarvi. Si rassegni, Signor Erasmo, le sue telefonate a casa teddy saranno ancora più lunghe.

Si cominciano a spiegare certi comportamenti (la crisi delle merende di redazione e il patetico tentativo di coinvolgermi per tentare inutilmente di rivitalizzarle), i palesi dissensi all’interno dei componenti del branco (quelli tra teddy e Parsifal sono sicuramente la punta dell’iceberg), i malesseri di Erasmo che da un lato vorrebbe rifarsi una verginità, come opinionista, e che però è costretto a pagare il prezzo del suo passato di troll molesto, e la linea contraddittoria del troll blog nel quale non si fa altro che esprimere un pazzesco livore contro Galatea, Malvino, Top Ganz etc. etc. eccitando i commentatori di turno a dire le loro stupide cattiverie, e nello stesso tempo si presume di dover parlare dei massimi sistemi con la logica del bar sport o da, come si diceva ironicamente in passato, strateghi del caffè (o della grappa)..

E’ evidente che lo sfottò contro i blogger ha mostrato la corda ed è evidente che senza gli sfottò costoro non hanno alcuna ragione al mondo di esistere. La loro coalizione è nata con lo scopo di complottare alle spalle di tizio, caio o sempronio; ed una amicizia vera tra i componenti non può mai nascere su questi presupposti.

Per quanto mi riguarda, dico che la vendetta è un piatto che si serve freddo (io me lo sto gustando a poco a poco) e che il tempo da galantuomo qual è, mi darà ragione.

17 pensieri riguardo “La vendetta è un piatto che si serve freddo

  1. Il problema del sig. Train è sempre lo stesso: per lui l’amicizia si riduce ad una cerchia di leccaculo. Non riesce neanche a concepire che due amici possano avere opinioni diverse, che le esprimano, e che se queste sono molto radicate la discussione possa anche diventare intensa. Per questo noi gli siamo stati sempre indigesti: perché da anni teniamo in piedi questa baracchetta, ognuno con le proprie idee, apprezziamo molti nostri commentatori non perché ci danno ragione o torto, ma perché in grado di ragionare e discutere.

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  2. Leggo solo adesso. Guardi Sig. Train, che qui, al contrario di Lei, non confondiamo il virtuale col reale. Tanto per farle intendere, mentre teddy e parsifal (o red.cac. o Erasmo) si scazzano, Salvatore, Fabrizio, Flavio e “Manlio” continuano ad essere ottimi amici.

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  3. Siete fenomenali, soprattutto quando cercate di giustificarvi a tutti i costi, senza che nessuno l’abbia richiesto.
    Non avevo accusato nessuno, avevo soltanto detto, e questo è un fatto oggettivo, che vi siete sfanculati in pubblico; tra l’altro non è la prima volta che voi due ve le siate dette di santa ragione con sommo divertimento della blogosfera, e non è improbabile che questo non accada di nuovo, considerando che non vi sopportate più anche se fingete di fare gli amiconi.

    Sul chi sa argomentare meglio o peggio, lasciamo perdere, stendiamo un velo pietoso; sono state lette le vostre puerili ripicche (Parsifal lei è uno stupido, teddy lei fa l’offeso) al punto da non lasciare adito a dubbi sui vostri rapporti personali tra voi e il resto del branco. Ed è patetico da parte vostra il tentativo di nascondere un fatto che è ormai evidente a tutti, anche se voi, con sommo sprezzo del ridicolo, fate finta che nulla sia accaduto.

    Parsipal, ma lei crede davvero che non abbia di meglio da fare che discutere con un noioso gesuita come lei?

    teddy, è sicuro di quello che scrive? A me sa tanto che è proprio lei a confondere il virtuale con il reale quando fa queste distinzioni schizofreniche.

    Su quello che ha scritto: “Salvatore, Fabrizio, Flavio e “Manlio”” continuano ad essere ottimi amici (compari di merende, n.d.r.)

    Al posto di Manlio ci va Piero. Come vede, ho anch’io i miei sicofanti.

    🙂

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  4. Per non parlare della nostra Immensa Supervisora, con la quale nessuno di noi si scazzerebbe mai, neanche nel virtuale, e dei nostri fiancheggiatori, vili e non, troione attempate e non.
    Perciò Lei resta invitato, per constatare de visu, al prossimo pranzo sociale della ex redazione.

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    1. Come se a me fregasse qualcosa della vostra patetica corte dei miracoli..
      🙂

      Mi dispiace teddy, fuori tempo massimo, ho aspettato una proposta fatta dal signor Erasmo che non mi è mai pervenuta ufficialmente.

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  5. “tra l’altro non è la prima volta che voi due ve le siate dette di santa ragione con sommo divertimento della blogosfera, e non è improbabile che questo non accada di nuovo”

    Ecco. Siccome è già successo anni fa, un altro paio di volte ci sembra, e siamo sempre qui, non le viene in mente che forse questo argomento è contro la sua tesi? Così, tanto per dire.

    “Parsipal, ma lei crede davvero che non abbia di meglio da fare che discutere con un noioso gesuita come lei?”

    Non si capisce chi sia il soggetto, ma presumiamo sia lei. Ma allora, cosa ci sta a fare qui?

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  6. Basta che non ci abbandoni mai lei, sig. Train. La pazzia non sappiamo, ma lei è certamente molto efficace contro la noia.

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    1. Contro la noia? Anche lei è un caso umano come Erasmo e company, e anche lei fa pena se ha bisogno di palliativi per dare un senso alla vita.

      Si goda la vita, invece di scrivere sermoni o di frequentare grigi personaggi come il signor Erasmo.

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  7. A me risulta che i veneti siano tirchi tanto quanto i liguri (Erasmo pare che abbia origini ligure e venete, potrebbe aspirare al campionato mondiale di taccagneria).

    A parte questo, lo vede che è lei, teddy, che non distingue il reale dal virtuale? Chi mi conosce sa benissimo che non è così.

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    1. Anche lei, Parsifal, fa parte della categoria Purus logicus asinus est?

      Oppure fa parte della categoria degli eristi, come il suo compare Erasmo, il re delle fallacie logiche.

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  8. Pare di capire che le fallacie logiche, se del sig.Train, ricadono sugli altri. Invece le (supposte) fallacie degli altri…ricadono sugli altri.
    Il sig.Train è stato definito il volpacchiotto del Mongibello.

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