Riflessioni di un beota tifoso italiota

Beota italiota: Scusi, sig.Train, ma se si sa da prima chi vince, che cosa occorre rotolarsi nel fango insieme ai perfidi albionici*?

 

Solo un tifoso beota italiota poteva sostenere una simile tesi: Sostiene il beota (non Pereira) che senso ha giocare contro una squadra favorita se si ha la certezza di perdere?

Il bello dello sport è questo: tentare le sfide impossibili e giocare con i più forti;  alla fine sarà il campo a decidere  e se si dovesse strappare un pareggio o una vittoria avresti tutto da guadagnare e nulla da perdere. Non ci sei riuscito nemmeno stavolta? Hai gettato malauguratamente al vento una partita per un grave errore che hai commesso? I tuoi avversari sono stati più forti di te? Ritenta la prossima volta, chissà cosa potrebbe accadere; hai solo da guadagnare e nulla da perdere.

  • Perfidi albionici: e poi si arrabbiano se…, lasciamo perdere, su.

10 pensieri riguardo “Riflessioni di un beota tifoso italiota

  1. Un vecchio commento di Galatea apparso nel 2009….

    Galatea: @->Red. cac: Vede, signor red.cac., il fatto è che noi tutti tendiamo sempre a giustificare gli sfondoni di chi ci sta latamente simpatico e giudicare invece assolutamente non scusabili quelli di chi ci sta sulle palle. Quando lei legge un anacoluto del suo signor Train, o una giravolta di Malvone, o, di tanto in tanto, qualche svariotto mio (anche se in misura minore, alle volte ho il sospetto di non starle tanto antipatica) lo considera la somma prova che detti personaggi sono somari, o un mala fede, e li sbertuccia senza pietà; quando svariotti similari o giravolte affini le fanno personaggi che a lei sono più simpatici, come il Bossi o il Calderoli, lei li prende come sintomo di accorta strategia, o di tattica sopraffina, oppure bofonchia con sufficienza “oh vabbe’,ma le corbellerie sono pari a quelle dell’altra parte, e poi il problema non è questo, via” . E’ umano, lo facciamo tutti. Non la prenda come un’offesa, ma, per usare il lessico del suo blog, siamo tutti i “fessi” di qualcuno, come siamo tutti i meridionali di qualcun altro.

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    1. Un commento il cui contenuto è condivisibile al 100%. Certo, allora la blogger non immaginava che esistessero personaggi untuosi come questo tizio.

      Per fortuna Gala ha capito appena in tempo che era del tutto inutile tentare di dialogare con un folle; difatti, lo ha meritatamente bannato per evitare che creasse molestie a lei e ai suoi lettori.

      L’unico cosa da fare è ignorarlo, un personaggio del genere è inutile: al massimo è da compatire come un vecchio nonno arteriosclerotico che ripete sempre le stesse cose.

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      1. Senta, anche io sono stata bannata all’ennesima potenza, ma posso garantirle che sono una persona estremamente seria, corretta, onesta e leale. Posso capire che ai disonesti, deficienti, scorretti e sleali potesse sembrare opportuno bannarmi, ma partire dal presupposto che siano bannati solo i folli mi sembra risibile. Vengono bannati quelli scomodi, tutto qui. Tra di essi ci saranno quelli corretti e quelli scorretti, così come i fuori di testa e i sani di mente. Si banna chi non è in linea col trend del blog. Punto.

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  2. Infatti lei è benvenuta perché hai dei contenuti da proporre, lo fa in tono scherzoso, talvolta pungente, ma non volutamente cattiva.
    Nemmeno Marcoz, tanto per fare un esempio nonostante i suoi comportamenti ambigui nei miei confronti, è così carogna.

    L’autore in questione è solito andare nei social network a offendere e insolentire pesantemente e a sangue freddo gli incolpevoli commentatori. E’ accaduto in più di una occasione, e questo mi è stato riferito da fonti certe, che i gestori dei forum, dei blog e dei social network etc. sono stati costretti ad intervenire per evitare degenerazioni perché il personaggio non rispetta in alcun modo le semplici regole di convivenza civile.

    Prende in antipatia qualcuno, e lo attacca violentemente a sangue freddo. Non contento, se la vittima dopo un paio di battute lo ignora (uno volta uno gli disse: ” Scusi, ma lei è un frustrato?”), ne cerca un’altra e diventa ancora più aggressivo.

    Forse lei non è a conoscenza de fatto che l’autore in questione è stato un educatore; ebbene le chiedo se secondo lei un educatore che sostiene di essere il migliore insegnante dell’universo e che si comporta in questo modo possa* essere mai considerato un modello positivo per i suoi studenti.

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  3. Ah, be’, assolutamente no. Ho sempre pensato che sono le situazioni armoniche a tirar fuori il meglio dalle persone. Il motivo è abbastanza ovvio: non si disperdono energie nell’autodifesa. Che ne sa che sia un educatore, poi? Lo dice lui? La persona più diseducativa che abbia conosciuto è stata la mia insegnante di latino e italiano, una vera cagna. Solitamente coloro che fanno pesare il loro potere sono gli insicuri che non sanno un tubo e temono che gli altri se ne accorgano. E torniamo all’autodifesa di cui sopra.

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      1. Boh, mi sembra strano che un cultore di materie umanistiche sia così becero. Forse ce l’ha con la virtualità, come molti amanti del passato, delle lingue morte, di materie umanistiche e filosofia. Tutte robe anacronistiche, attualmente. Sentirsi a disagio può portare ad avere reazioni inconsulte, spesso.

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