Tuskegee Experiments

Dal 1932 al 1972, il servizio sanitario americano fece un esperimento all’insaputa dei pazienti afroamericani: fu inoculato il virus della sifilide.
Questo terribile esperimento chiamato Tuskegee Experiment che fu rivelato solo nel 1972 dai media americani, ebbe i seguenti drammatici strascichi: 28 uomini morirono immediatamente a causa del virus, 100 per le conseguenze che la sifilide portò con sè, 40 donne di colore vennero infettate dai mariti, 19 persone che erano figli dei portatori ebbero la sifilide congenita.

Nel 1991 il clarinettista Don Byron pubblicò l’album intitolato semplicemente Tuskegee Experiment  (nel brano omonimo il poeta Sadiq, accompagnato dal leader al clarinetto con Joe Berkovitz al pianoforte, Richie Scwartz alla marimba, Kenny Davis al basso elettrico e  Pheeroan ak Laff  [alias Paul Maddox] alla batteria, scrive un testo dedicato ai terribili fatti testé citati).
Anni dopo, nel 1997,  il Presidente Bill Clinton chiese scusa alla comunità afroamericana :
“The United States government did something that was wrong—deeply, profoundly, morally wrong. It was an outrage to our commitment to integrity and equality for all our citizens… clearly racist.”—President Clinton’s apology for the Tuskegee Syphilis Experiment to the eight remaining survivors, May 16, 1997

Tuskegee Experiments

While Sidney Bechet was
pullin’pistols in Paris,
Nurse Rivers, who even
had a car to shuffle her
syphillitic children across
Malcon County, her “bad
blood” cotton pickers,
the joy of her life,
was clearly chosen.
an appointment befitting
this darkest century.

a dr. Clark convinction
a Dr. Wenger conversion
a Dr Vonderlehr conception
a Dr Peters spinal puncture
a Dr Dibble hanging from
his hankles in the town square,
the Surgeon’s General’s schwartzegeist rising,
while Tuskegee falls asleep.

bring them the autopsy.
whith ulcerated limbs
whith howling wives,
bring them in, one coon corpse at a time.
( says Dr. Dibble )
” a dollar a year for forty years
to watch these shadows rot.”
“they didn’t receive treatment for syphilis,
but they got so much else.
medicine is as much art as it is science.

a row of cross on a rickerty fence.
no book learnin’
po’ as dirt,
never heard Monsier Bechet
play the clarinet.
this experiment is not a crime,
but a rite of sacrifice

no banana split on sunday
no Brooks Brothers
no color tv e waterbird
no tickets to the conty fair
no treatment, no treatment!
no treatment, no treatment!

49 pensieri riguardo “Tuskegee Experiments

    1. Dai retta a questi qua che cercano il minimo pretesto per scatenare una rissa? Non tengo in alcun conto quello che dicono certi squallidi personaggi che sono notoriamente razzisti e che detestano i neri americani e la loro musica.

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    2. No, è sempre una parola che inizia per “s” ma non è “sgarbati”…

      …e comunque hanno da ridire su qualunque cosa scriva JT, esatta o meno che sia.

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      1. Invece di indignarsi perché per motivi razziali sono stati utilizzati uomini come cavie da medici privi di scrupoli che hanno violato il giuramento d’Ippocrate, preferiscono creare inutili polveroni per lanciare accuse demenziali. Sono dei poveri mentecatti e non meritano alcuna risposta.

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  1. OT (di cui chiedo in ginocchio venia).

    Di là, dai topi fessi, e precisamente qui: [Scusami se mi sono permesso, questi dementi non meritano che il mio blog faccia loro pubblicità. Non vorrei prendere la sifilide :-)];un estensore ignorante dei fatti (probabilmente il Perspicuo Erasmo Gattapelata) si indigna – tanto per cambiare, a cazzo e con enfasi degna di assai miglior causa – per l’operato della magistratura (PM, ma nella fattispecie anche GIP) a proposito della ricettazione della cassetta passata alla storia col titolo di “Abbiamo una banca”, con su registrata la famosa conversazione tra Consorte e Fassino. I commentatori (Pardipalle e Cacasestesso, ormai sempre più calati nei rispettivi ruoli di “cretino del villaggio” e di “mi’ nonno ‘n cariòla”) non si dimostrano meno sciocchi e ignoranti, visto che la versione dell’estensore mostrano di bersela tutta, ma proprio tutta, senza obiettare un cappero.

    E si che basterebbe essere anche solo minimamente informatii sulla vicenda per replicare all’estensore: guarda, cretino, che stai dicendo un saccco di balle! In effetti, se non avessero gli occhi foderati da quel grasso prosciutto berlusconico che nega loro il piacere e la dignità di apprendere le cose e li spingere ad accorrere puntualmente in aiuto del potente e corrotto padreterno, anche Erasmuccio & C. (che sta per cessi) saprebbero che con la genesi della vicenda, cioè con il fatto all’origine dell’inchiesta, magistrati, carabinieri, polizia, avvocati (eccetto Ghedini, che però con l’indagine c’entrava quanto me) o talpe degli stessi ambiti, così come qual si voglia procedura giudiziaria di rito, non c’entrano una baneamata minchia.

    La storia, piuttosto, trae origine nel 2005 da un funzionario infedele – tal Roberto Raffaelli – della RCS Srl (società, impastata con la cloaca del sottogoverno berlusconico e coi suoi mestatori, che svolgeva intercettazioni per conto della Procura di Milano). Fabrizio Favata, faccendiere e tramite specifico di Raffaelli, nonché ex socio occulto di Paolo Berlusconi, contattò quest’ultimo e gli offrì la cassetta, facendo capire che ne voleva in cambio un adeguato tornaconto (Favata allora, finanziariamente parlando, trovavasi nella merda fino al collo). Paolo coinvolse innanzitutto Ghedini, il quale, ascoltata la cassetta, accompagnò ad Arcore, cioè dal capo, Paolo, Favata e Raffaelli: era la vigilia di Natale del 2005.
    Favata riferisce che Silvio Berlusconi, dopo aver ascoltato a sua volta la conversazione Consorte-Fassino, disse a Favata di stare tranquillo, che lo avrebbe aiutato con ogni mezzo, perché lui quella sera gli aveva fatto “il più bel regalo di Natale che avesse mai ricevuto in vita sua”.

    Si badi bene che:
    1) tutto questo accadeva singolarmente prima (tre giorni) che il Giornale pubblicasse (27 dicembre) la trascrizione della telefonata;
    2) proprio sul Giornale la lessero per la prima volta i giudici che avevano disposto le intercettazioni;
    3) nellle indagini di quei PM, fin ad allora, Silvio e Paolo Belusconi c’entravano quanto Biancaneve e Cenerentola (poi dicono che sono loro a tampinarlo);
    4) infatti, l’indagine e i PM che indagano sulla faccenda della cassetta non hanno nulla a che vedere con l’indagine sulla scalata di Consorte alla BNL;
    5) questa qui di indagine e le relative richieste di rinvio a giudizio non configurano affatto il semplice reato di pubblicazione di atto giudiziario riservato (i PM manco sapevano che esistesse la cassetta), quanto piuttosto sull’accusa (salvo altre, quale la plausibile associazione a delinquere) di ricettazione, cioè l’acquisto di qualcosa che il venditore aveva procurato con atto delittuoso noto all’acquirente.

    Oggi il GIP ha respinto la richiesta dei PM di proscioglimento per Silvio, disponendo che essi richiedano (naturalmente in modo argomentato) il rinvio a giudizio anche per lui, oltre che per gli altri protagonisti della vicenda. Questo perché evidentemente tale orientamento è deducibile dalle circostanze esposte dagli stessi PM. Ma meglio sarebbe dire da fatti che possiamo ormai considerare appurati.

    Personalmente, il fatto di lasciar fuori Silvio dal processo mi era immediatamente sembrata un’assurdità. Questo non necessariamente in base alla logica del cui prodest (che pure non ha cittadinanza di poco conto nella vicenda), quanto per il fatto che esistono importanti testimonianze e riscontri che configurano una partecipazione diretta di Silvio ai fatti contestati, anche se non appare ancora accertato che sia stato lui ad aver materialmente sborsato (particolare di secondario rilievo, peraltro). Chissà, magari i PM del caso hanno pensato che il soggetto era già troppo oberato da guai giudiziari per caricargli anche questa ricettazioncina.

    Mi scuso di nuovo, ma, non essendo disponibile altro ambito (almeno non ancora), ho dovuto abusare della tua ospitalità, JT.

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    1. Nevermind! 🙂

      Semmai ti chiedo scusa se ho cancellato il link, credo che capirai il motivo. Concordo con quello che hai scritto, perché queste cose le sanno tutti; solo chi è in malafede fa finta di non capire e cerca di difendere a tutti i costi un personaggio impresentabile come Berlusconi; questi personaggi da te testé citati sono notoriamente in malafede.

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  2. Nel frattempo un certo “lector” ha inflitto una bella lezione ai topgonzi, che lo avevano citato in quanto commentatore sul blog di Galatea, e qui trattati da fessi, come meritano:

    lector

    13 settembre 2011 at 13:07

    “ma cicisbeggia o prende per il culo”
    Secondo Lei? Ma l’ha poi ascoltato “Minuetto”?
    Era evidentemente un’esca per il genere di polemista con cui ogni tanto adoro incrociare le lame; così, per passare il tempo: le femministe estremosinistrorse frustrate ed incazzate.
    Solo che stavolta nessuna ha abboccato.
    Solo Lei, ma non è il mio tipo.
    Essendo pescatore esperto, son sicuro che andrà meglio la prossima volta.

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  3. lo scemo del villaggio scrive: se questi signori vogliono farmi credere che, tra le migliaia di intercettazioni illegalmente pubblicate e illegalmente fatte trapelare da una decina di procure della repubblica…

    che voi sappiate, ne ha citata almeno una di queste migliaia di intercettazioni illegali? ha citato il giornale che l’ha pubblicata? la data di pubblicazione? ha citato una delle procure?

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  4. Qui nessuno è razzista (vorremmo chiedere a Jazz Train di citare un nostro scritto razzista). I gusti musicali sono vari; noi personalmente siamo appassionati di jazz & dintorni. Quanto alla condanna del fatto storico, è chiara sin dalle prime righe di questo post. Il fatto è che la differenza tra inoculazione e la mancata cura è chiara nel testo in inglese citato e questo vuol dire che Jazz Train non l’ha manco letto. Visto che accusa gli altri di disprezzare un certo tipo di musica, noi rispondiamo che, se si amano veramente musica e autori, si studiano in modo non superficiale. A parte il gioco degli scacchi, Jazz Train è capace di bloggare su qualcosa in modo non superficiale?

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    1. 1) Non si parlava affatto di te, la tua reazione isterica è completamente fuori luogo;
      2) Noi? Chi ti credi di essere il Papa? Mavalà, buffone
      3) Dei tuoi gusti musicali non me ne può fregar di meno, non credo che piacciano ad un tuo degno compare di merende;
      4) “Non l’ha manco letto”. Questo lo dici tu dall’alto della tua supponenza;
      5) Appunto, non accuso te, accuso altri; tu non c’entri un fico secco;
      6) Cosa sai dell’album Tuskegee Experiments di Don Byron, Elektra Nonesuch 1992? L’hai mai ascoltato, ti piace, lo conosci, sai chi ha suonato con Byron?

      N.B. A parte il gioco degli scacchi; dovresti sapere che i migliori giocatori di scacchi sono ingegneri, forse tu sei una eccezione alla regola.

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  5. Oggi Erasmo (e con lui i suoi compari, dato che non l’hanno certo redarguito su questo, né sicuramente lo faranno) ha insultato madre, zia e sorella di jazztrain: le prime due delle quali non ci sono più, a rendere tale azione ancora più spregevole; non solo: come appurai a suo tempo, sfogliando le perle dei topgonzi dedicate a JT, costoro erano ben al corrente del fatto che la madre del nostro amico è morta anni fa.

    E dunque, caro Erasmo e cari topgonzi tutti, dato che tra l’altro a suo tempo vi lamentaste – giustamente – di un commento, scritto da Malvino se non erro, su di un vostro amico e sodale morto di cancro:

    Nei blog, come nella vita, ci si può dire di tutto e di più, insulti e contumelie di ogni tipo, io per parte mia ne ho detto e ricevuto in tutte le salse, nel web come altrove, sino a fare e ad essere fatto a brandelli;

    C’è un limite a tutto però: una cosa in particolare, tra persone perbene e col coraggio delle proprie azioni, NON SI PUO’ e NON SI DEVE fare: offendere i parenti del proprio interlocutore, che con le altrui beghe, idiozie e discussioni non c’entrano un cazzo, e tra l’altro nascondendosi dietro il comodo anonimato di una tastiera; tanto più quando i suddetti parenti sono morti e quindi non in grado di difendersi. Quindi, caro Erasmo e cari topgonzi: SOTTERRATEVI dalla vergogna.

    Nel frattempo vi sfido, qui e ora, a venire qua dentro a dar conto del vostro comportamento, e a chiedere immediatamente SCUSA a jazztrain1, idem di là in quello che voi vi ostinate a chiamare blog.

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  6. Bene, vedo che, proprio mentre lo avvertivo di questo mio commento dedicato a lui e ai suoi compari, Parsifal ha avuto il coraggio di venire qua dentro; perciò ne approfitto per chiedergli:

    Non ti vergogni della m.ta fatta dal tuo amichetto Erasmo, visto che né tu né gli altri lo avete rimproverato per questo, cosa che invece è vostro preciso DOVERE MORALE?

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  7. Non abbiamo mai ascoltato il disco da lei citato. D’altronde è lei che lo ha recensito, quindi l’unico dei presenti che deve impegnarsi a conoscerlo è lei.

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    1. Appunto, non l’avete mai ascoltato, non avete capito lo spirito dell’album, pertanto astenetevi dall’intervenire, non è roba che fa per voi.

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  8. Una domanda.Se fossero state già note la recensione sarebbe stata inutile. E lei sicuramente non fa post inutili. Ora, noi, come molti suoi lettori, non conoscevamo quel disco. Lei lo ha portato a nostra conoscenza. Bene. Perché ora cambia idea, e dice che non fa per noi?

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    1. Sig. Pardipalle, lei risponde al mio commento OT di ieri sera. Ma per replicare a qualcosa bisogna pur averlo capito quel qualcosa, mentre lei, del mio commento, non aveva capito proprio nulla (forse, mi viene a questo punto il sospetto, per totale mancanza di strumenti di comprensione, soprattutto di informazioni in merito). E il non aver capito l’ha voluto rendere così manifesto con una replica scritta, vieppiù calandosi nei panni del cretino del villaggio dei gonzi al top.
      No, Sig. Pardipalle, lei ignora del tutto il tema su cui, nonostante ciò, si ostina a scrivere: la vicenda in questione è unica e non ha nulla a che vedere con le ricorrenti pubblicazioni di intercettazioni (seppure anche tra le altre occorre distinguere): qui giudici, avvocati, giornalisti, poliziotti non hanno nulla a che vedere con la fuoriuscita dell’intercettazione. Anzi, tecnicamente, la sera del 24 dicembre 2005, quella registrazione non era neanche definibile intercettazione giudiziaria, e non lo è mai diventata.
      Il caso, semmai, può essere associato allo scandalo Tescaroli & C, che svelò l’esistenza di una rete di intercettazioni e spionaggi illegali le cui (enormi) dimensioni e i cui intrecci non risultano ancora definiti. Ricorda? Faccia uno sforzino.
      Un’altra cosa che i prevenuti come lei ignorano del tutto è il fatto che nella gran parte dei casi le pubblicazioni di intercettazioni giudiziarie avvengono dopo che il PM le ha depositate presso il GIP, cioè messe a disposizione delle parti (GIP, difesa, parte civile, ecc.), cioè PUBBLICATE. Per questa ragione non si tratta affatto di pubblicazioni di segreti. Negli stessi casi lei e quelli come lei accusate i giudici di aver favorito una fuga di notizie quando l’atto del deposito non è altro che un loro precipuo dovere. Altra circostanza che evidentemente lei ignora è che, una volta depositate, a farle circolare sono quasi sempre i difensori (legittimamente, sia chiaro, ma senza che PM possano avervi voce in capitolo). Questo per le ragioni più svariate su cui non starò qui a dilungarmi (se vuole però, proverò a parlargliene un’altra volta). Valga per tutte la considerazione secondo la quale molto spesso le intercettazioni contengono elementi a discarico dell’indagato. L’accusa non ha mica sempre ragione lei, sa, e non sempre persegue e intercetta dei colpevoli.

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  9. ” Se fossero state già note la recensione sarebbe stata inutile.”.

    Che sciocchezze dice? Più volte ho fatto recensioni a dischi conosciuti da un pubblico non specialista; un esempio che mi viene in mente è il famosissimo Kind of Blue, un disco che lei dovrebbe conoscere.

    “Ora, noi, come molti suoi lettori, non conoscevamo quel disco.”

    Evviva la torre di Pisa! Se si escludono gli appassionati come me, chi diamine conosce la discografia di Don Byron?

    L’ho portato a conoscenza di tutti (non solo vostra, non avete l’esclusiva di un fico secco) perché vale la pena di ascoltarlo, perché ci sono alcuni brani riusciti, perché suonano ottimi musicisti (i più famosi sono Bill Frisell, Lonnie Plaxico, Ralph Peterson Junior, Pheareoan Ak Laff, solo per citarne alcuni che in questo momento mi vengono in mente); perché il disco si chiama Tuskegee Experiments. Lei, che ha dimostrato più volte di essere non meno ottuso dei suoi compagni di merende, ha scatenato una incomprensibile Fatwa su un fatto drammatico. La gravità di quegli avvenimenti fu tale che il Presidente Clinton chiese perdono alla popolazione afroamericana per i crimini commessi (quello che è accaduto è stato un crimine, su questo non si transige). L’album non è solo valido dal punto di vista musicale, è anche un’opera che cerca di ricordare un periodo buio nel quale venivano utilizzate come cavie esseri umani discriminati per la povertà e per il colore della pelle. Lei che è cattolico osservante e praticante dovrebbe provare un po’ di brividi per quello che è accaduto, invece di scatenarmi la Santa Inquisizione.e di comportarsi in modo arrogante e presuntuoso. Le ricordo, infine, che la superbia che lei ostenta è un grave peccato capitale e che la sua anima potrebbe correre il rischio di andare all’inferno!

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  10. I dinosauri non apprezzano l’ironia, evidentemente, Jazz.
    Comunque io sto ancora aspettandoquesto blog, e vorrei sottolineare che è in atto, in quella “altra scena” per citare Freud, un vero combattimento sotterraneo. Parsifal credo stia dissociandosi dal modo di dialogare (!) di Erasmo e di Red.cac.; Presto assisteremo alla fondazione di un nuovo partito, con annessa damnatio memoriae del reprobo traditore, vedrete.
    Sulla evocazione dei tuoi familiari, niente da dire, è stata una cattiveria gratuita e censurabile., Ma si sa, sono sgarbati.

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    1. Attendo anch’io, stai tranquillo. E’ sicuramente più corretto formalmente di questi due zozzoni che scrivono offese sui miei familiari defunti, ma è pur sempre un cattolico integralista (N.B. per me non c’è alcuna differenza tra questi e i fondamentalisti islamici) che è convinto di essere nel Vero e nel Giusto.

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  11. Ps. ancora non commentano l’intercettazione pubblicata su Repubblica, chissà perchè…
    Io ho bisogno di tanto idromele, in capo al corvo (questo è un messaggio in codice, ovviamente, chissà se lo decifrano)

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  12. Dunque se ho ben capito i “redattori”di DINOSAURI dovrebbero essere Torgen, Zardoz, Jazz, e io (amico, o noto amico, per fare il verso al “Noto servizio” di andreottiana memoria, su cui è uscito recentemente un libro di Giannulli).?

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  13. Più che redattori, ci chiameremmo “brigadieri” o “commissari” che ne pensate?

    Ps. Jazz, fai avere a Torgen il mio indirizzo mail vero, così possiamo metterci d’accordo.

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    1. “brigadieri” o “commissari” sono ruoli istituzionali e spesso burocratici, i cui poteri punitivi sono deboli e di scarsa fantasia: io ho in mente tutt’altro e ben altro, ma non ti anticipo niente, sarete avvertiti tutti per tempo via e-mail; pazienta ancora un po’, il nuovo blog dovrebbe vedere la luce – ma anche le tenebre – questa domenica…

      Saluti

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    1. Don Byron è un musicista completo: modernità e tradizione; amore per la musica di Ellington e di Kirby, nonché della musica Klezmer di Mickey Katz etc..

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  14. Davvero, grazie per avercelo fatto conoscere…

    Ps. Ah ah ah, i dinos hanno subito risposto, citando il tropo dell’uccellino, [negando una loro interna dissidenza].. Come se non stessero sempre qui, a spiarci, come vecchie zitelle acide e alessitimiche 🙂

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    1. Questo è un errore grossolano; non c’era bisogno di fare un post che sa tanto di excusatio non petita accusatio manifesta. Chi legge potrebbe pensare che il dissidio c’è stato e che si è cercato di riparare.

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  15. Loro non sanno che questo ormai non è un blog, ma il[non] luogo ove si assembrano corvi che attendono che i lupi compiano il loro massacro per avventarsi sull’orrido pasto dei resti disseccantisi al sole di questo settembre tardo estivo.
    Potremmo citare l’Iliade in greco, se solo volessimo. ahahah.

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  16. Che poi più che dinosauri, potremmo chiamarli filosauri, visto l’affetto che spargono per il tuo mitico post che ricorda un’Icona russa, con il suo stilema cristologico, ma oserei anche dire trinitario. .

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  17. il primo pensiero che viene in mente leggendo l’ultimo post di pardipalle è questo…

    siam rimasti in tre, tre lettori e tre somari…

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  18. Che ne dite di chiamarli semplicemente “sauri” i topgonzi, visto che li si intende cucinare ben bene.
    Oppure – in subordine – “gonzosauri”. Oppure ancora “frinosauri” o “madambarbarosauri”, speci di rettili che usano vivere in branchi numerosi di maschi aggregati attorno ad una, massimo due femmine, istintivamente e accuratamente selezionate dagli stessi maschi tra le meno dotate cerebralmente della comunità (le altre le sopprimono divorandole dopo la nascita).

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    1. Sarebbe un’offesa per l’ottimo pesce azzurro che non merita di essere trattato così da dei buzzurri morti di fame che non capiscono nulla di pesce. Dinosauri va benissimo; hanno l’età giusta, stanno per estinguersi e non sanno distinguere un pesce da un rettile.

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      1. Vabbè, se è per l’età però anch’io non è che sia esattamente un giovin virgulto. Io li chiamerò, salvando giustamente il buon pesce azzurri, “frinosauri” e “madambarbarosauri”. Perché a nessuno di loro sarà risparmiato alcunché, neanche alle due attempate muse anatidi che – dicono loro – ispirano il resto di quella corte dei miracoli.

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  19. Cari amici, ieri notte il nostro blog ha visto finalmente le tenebre; vi ho mandato un’e-mail con tutte le istruzioni per vostri giudizi, suggerimenti ed eventuali modifiche, in attesa di renderlo pubblico: la cantina è aperta, signori…

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    1. Caro Thorgen, io sono un inguaribile pigrone. Suggerimenti, modifiche, …. roba troppo pesante per me. Se ci pensi tu a me va bene tutto, garantito. Poi, dopo, io posso passare la sigaretta accesa sulla pelle del topgonzo incatenato alla parete, se non mi parrà troppo faticoso.

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