De (Profundis) Referendum

Era logico aspettarsi che il referendum non avrebbe raggiunto il quorum del 50% più uno.

Da tempo vige la prassi di fare invalidare  tramite astensione il risultato elettorale (si pensi al ruolo della Chiesa  e in particolare alla CEI di Ruini che ha sabotato il referendum sulla fecondazione assistita).

Non ha fatto eccezione il referendum ” sulle trivelle in mare” come è stato battezzato dalla stampa  nazionale…In fondo si poneva questo semplice quesito : “Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)’, limitatamente alle seguenti parole: ‘per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale’?” 

Scadenza delle concessioni ed eventuale rinnovo fatto dallo Stato italiano, come sarebbe stato logico in una moderna democrazia…

Bastava questo per indurre gli italiani ad andare a votare, Matteo Renzi non è Enrico Mattei.

 

 

5 pensieri riguardo “De (Profundis) Referendum

  1. La ringrazio per avermi fatto leggere per la prima volta il quesito referendario, dato che ieri non ho ritenuto di scomodarmi a farlo di persona.
    Beh, se questo è quanto effettivamente vi stava scritto, mi complimento non solo per la scarsa comprensibilità, ma anche perché si proponeva pure l’abrogazione del vincolo di salvaguardia ambientale.
    Si direbbe non solo che da noi chi scrive le leggi non le sa scrivere, ma anche che chi le vuole abrogare non le sa leggere.

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  2. Credo invece che le sappiamo leggere perché è diventata prassi abrogare alcuni articoli di legge per stravolgerne il significato originale. Il famoso referendum voluto da Segni, quello che poi modificò il sistema elettorale del Senato della Repubblica e aprì la strada al famoso Mattarellum (un misto di proporzionale bloccato con sbarramento al 4% e sistema uninominale), si basava sull’abrogazione di alcuni articoli che fungevano da impianto per la legge elettorale. Se ben ricorda ci fu chi polemizzò con questo sistema perché in origine l’istituto referendario doveva essere meramente abrogativo (1974, abrogazione della legge Fortuna-Baslini sul divorzio)

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  3. Sì, ovviamente me ne ricordo. E’ la Cassazione che ha consentito un uso ‘creativo’ del quesito, il che ha consentito di introdurre surrettiziamente, in pratica, quel Referendum propositivo che era esplicitamente negato dalla Costituzione. Articolo? Pensi che si può rovesciare il senso di una legge da venti pagine di Gazzetta Ufficiale solo facendo eliminare un ‘non’ da una frase. Basta lavorare di pinzette. E le dirò, non lo trovo neppure sbagliato, visto che è un ampliamento dei miei diritti di cittadino. Quello che volevo dire è che tutto quello che c’è dopo virgola è di troppo, perché alla lettera vuol dire: non ti rinnovo la concessione in automatico, ma se lo faccio poi puoi fottertene della sicurezza.
    Ma veramente c’era scritto così?

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  4. Ho trovato interessante questa sintesi del quesito referendario apparso sul Sole 24 Ore: “Il quesito referendario sopravvissuto (dei 6 originari) è debolissimo nei contenuti ma forte nella valenza politica-emotiva.
    In sostanza il 17 aprile ci verrà chiesto: volete voi che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se sotto c’è ancora gas o petrolio?Il quesito riguarda solamente la durata delle piattaforme già attive.
    Il quesito non riguarda le attività petrolifere in terraferma né riguarda quelle in mare a una distanza superiore alle 12 miglia dalla costa (22,2 chilometri), cioè in acque internazionali.

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